Cosa comporta il gaming e dove può risultare dannoso?
L'irrefrenabile desiderio di giocare dei nostri bambini non si ferma nemmeno davanti al mondo online. Anzi: è proprio qui che si presentano le grandi sfide per i genitori e la loro educazione mediatica. Molto dipende dal bambino in sé, ma anche dal gioco, dal contesto sociale e, non da ultimo, dal tipo di educazione.
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Le persone e, in particolare i bambini, giocano dalla notte dei tempi. Il gioco stimola lo sviluppo di diverse capacità: il movimento (attività motoria), la vista, l'elaborazione di strategie e molto altro. L'apprendimento giocoso non ha tuttavia solo l'imparare come fine ultimo, poiché il divertimento non può mancare. In questo ambito, i giochi digitali non hanno nulla da invidiare a tutti gli altri giochi e sport. Rafforzano i rapporti umani, migliorano le capacità motorie e divertono.
Spesso, i giocatori «abbandonano» la realtà per minuti, altri per ore, e si immergono nel creativo mondo dei giochi e delle pari opportunità. Per così dire, vanno brevemente in ferie dalla quotidianità. Se lo svolgimento del gioco è positivo, il cervello distribuisce dopamina, l'ormone della felicità, e si generano nuove connessioni nervose. Sono proprio i tanto contestati action games ad aumentare la capacità di astrazione e anche l'abilità nel concentrarsi. Giocare all'interno di una community globale, con persone di altri Paesi, consente di fare esperienze interculturali, mentre i giocatori e le giocatrici, durante il gioco, esercitano diverse lingue straniere, una su tutte, l'inglese.
Mentre gli eSport nei Paesi asiatici o scandinavi hanno una portata gigantesca, anche in Svizzera questo tipo di sport sta guadagnando grande seguito. Nell'ambito dell'iniziativa avviata da Swisscom ed ESL, «Swisscom Hero League», giocatori e giocatrici singoli/e, team amatoriali o professionisti si misurano gli uni contro gli altri, in tre diversi giochi, partecipando a dei tornei. Ad esempio, Swisscom insieme ad ESL ha dato vita alla Swisscom Hero League. Si tratta di una lega in cui i team o i giocatori e le giocatrici singoli/e si misurano in tre diversi giochi, partecipando a dei tornei.
Gli eSportivi e le eSportive si allenano in base a un programma stabilito e seguono uno stile di vita sano esattamente come gli altri sportivi. Per i giocatori e le giocatrici amatoriali si apre quindi la possibilità di trasformare un hobby in professione. Ma attenzione: in Svizzera i tentativi di professionalizzazione dell'eSport sono ancora in fase iniziale. La «Swisscom Hero League» si propone di sostenere questo progetto.
Esattamente come in tutti i tipi di sport, quando si è in vetta si è spesso inavvicinabili. A oggi, nazioni piccole come la Svizzera non svolgono ancora un ruolo di rilievo nel contesto internazionale.
Anche con l'unità didattica «Gaming & e-sport», Swisscom vuole stimolare un confronto mirato e approfondito in aula sul tema del gaming.
Il Dott. Fred Mast, professore ordinario presso l'Istituto di psicologia, Università di Berna.
Uno dei pregiudizi più diffusi sui giochi online parla di giocatori e giocatrici violenti/e. Tuttavia, si tratta di una paura spesso infondata, poiché i bambini e i giovani sono in grado di tracciare autonomamente una linea di separazione tra il mondo dei giochi e la realtà.
Il ricercatore tedesco Manfred Spitzer continua a mettere in guardia il pubblico dai pericoli correlati ai media digitali e ai giochi. Egli ritiene infatti che i videogiochi aumentino la predisposizione alla violenza e che rendano gli utenti più insensibili alla violenza reale. Le sue affermazioni vengono discusse dagli scienziati. Per il giornalista svizzero ed esperto di giochi Marc Bodmer, il dibattito sulla violenza è in realtà più che concluso. Indica, come esempio, la Germania: qui, rispetto al contesto internazionale, si applicano le più severe norme sulla protezione dei minorenni e l'associazione «Unterhaltungssoftware Selbstkontrolle» (USK) è l'ufficio di controllo di gran lunga più rigoroso quando si tratta di verifiche e autorizzazione per età dei giochi digitali.
Marc Bodmer: «10 anni fa la USK ha sferrato un attacco massiccio: ha costretto i produttori a tagliare i giochi e a colorare il sangue di verde. Oggi, non ci sono quasi più giochi che vengono messi all'indice. Da dove viene questa svolta? Dal fatto che si è riusciti a dimostrare solo in modo molto flebile che i contenuti violenti nei giochi per computer usati da bambini e giovani in determinate condizioni possono causare anche un loro comportamento aggressivo.»
Per i gamer è importante il meccanismo di gioco, ovvero la tipologia in cui, da una situazione di partenza, dalle regole del gioco e dalle azioni dei giocatori si realizza l'esperienza di gioco. Essi vogliono compiere la loro missione, vincere la battaglia oppure giocare in squadra. Spesso, la rappresentazione non è poi così importante. I giovani che praticano l'egoshooter come sport di squadra, raccontano di disattivare gli effetti speciali, perché semplicemente li distraggono dal gioco.
Trovate maggiori informazioni su enter, all'argomento «E-sport».
Non è raro che i forum per i giochi online fungano anche da catalizzatori di nuove amicizie. Ma attenzione: serve cautela, perché le chat stanno diventando sempre più dei luoghi di molestia o persino abuso dei bambini.
I genitori e gli/le insegnanti dovrebbero capire chi sono i/le partner di chat dei loro figli e dei/delle loro studenti/esse, tanto nei giochi, quanto sui social media. Proprio questi ultimi sono il mezzo più amato dalla pedo-criminalità.
Questi tre semplici suggerimenti per i bambini, servono a prevenire situazioni spiacevoli.
Quando si parla di giochi, si deve discutere anche del tema della dipendenza. I giovani trascorrono molto tempo con i media digitali e i giochi hanno un'elevata capacità di attrazione. Secondo uno studio JAMES, più del 70 percento del giovani gioca regolarmente.
Se i bambini e i giovani trascorrono un tempo eccessivo online a giocare, la preoccupazione dei genitori è giustificata. I giochi digitali utilizzano dei meccanismi atti a trattenere i giocatori nel loro mondo. È necessaria una certa quantità di sforzo per resistere a queste tentazioni.
Solo se i bambini e i giovani configurano il loro tempo libero in modo equilibrato, allora ci riusciranno meglio. Talvolta, però, i giochi vengono usati anche come rifugio, quando nella loro vita c'è qualcos'altro che non funziona. Gli esempi più frequenti sono il mobbing a scuola o la separazione in corso dei genitori. I giovani arrabbiati, depressi o insicuri sono esposti a un maggiore rischio di sviluppare dipendenza.
Se i giovani e gli adulti si trovano a confrontarsi con idee diverse, allora tocca ai genitori, sia tramite informazioni, ma anche tramite l'interesse e l'apertura, adattarsi al comportamento emerso.
Non vietate preventivamente i giochi per computer e quelli online, almeno non prima di esservi fatti una vostra opinione a riguardo. Fatevi spiegare il gioco dai vostri figli oppure unitevi a una partita. In questo modo, capirete sempre meglio da cosa sono particolarmente affascinati.
Incoraggiate vostro figlio a vedere le delusioni vissute durante il gioco come una sfida da affrontare e da cui imparare. Invogliatelo anche a incontrarsi con gli amici e a impegnarsi in altre attività del tempo libero. Create degli appositi «spazi liberi».
Il controllo inizia acquistando giochi idonei all'età, in particolare quando si tratta di bambini. Fate attenzione all'indicazione dell'età sulla confezione del gioco oppure cercatela nella direttiva PEGI. Già in fase di acquisto, informatevi su tipo e contenuto del gioco.
Ecco come far giocare vostro figlio in modo sano:
Per quanto riguarda i ragazzi a partire da 12 anni, lo scambio di ruoli può essere un buon modo di procedere: ad esempio, voi argomentate il perché i giovani dovrebbero usare quei giochi non autorizzati per la loro età. Vostro figlio dovrà invece controbattere che l'autorizzazione per età va rispettata.
I divieti servono a ben poco, perché i bambini imparano presto ad aggirarli. A ogni modo, definite regole chiare. Ad esempio, vostro figlio può giocare solo dopo aver terminato i compiti. Se non è d'accordo, spiegate le vostre motivazioni.
Trovate maggiori informazioni anche qui nel dossier «Accompagnare i bambini nel mondo digitale».
Liquidare qualcosa che diverte, intrattiene o rilassa come «perdita di tempo», non risolve il problema. La prestazione è importante, ma anche gli amici e il divertimento.
È possibile anche il contrario: giocare diventa un'oasi ordinata nel caos della vita.
Crogiolarsi tutto il giorno dentro un'amaca stimola poco la capacità comunicativa esattamente quanto giocare tutto il giorno da soli davanti allo schermo.
L'influsso negativo dei videogame continua a essere discusso dai media. Gli studi indicano che, in qualche modo, i videogiochi possono pregiudicare la qualità del sonno.
Negli ultimi tre anni, i seguenti giochi occupano i posti più alti nella classifica della popolarità:
Call of Duty
Autorizzazione per età PEGI 18
Fortnite
Autorizzazione per età PEGI 12
Minecraft
Autorizzazione per età PEGI 7
FIFA
Autorizzazione per età PEGI 3
GTA 5
Autorizzazione per età PEGI 18
Sono chiaramente i giochi Open World (Minecrat, GTA) a guidare l'elenco. La particolarità dei giochi Open World sta nell'assoluta libertà di movimento e nelle tante possibilità che si aprono ai giocatori. Come sottogenere dei giochi Open World, sono amatissimi soprattutto Battle Royale (Fortnite) e Sparatutto in prima/terza persona (Call of Duty). Il fascino ininterrotto del calcio si riflette anche sul mondo online, ecco perché FIFA occupa ormai da molti anni i posti più in alto della classifica dei giochi più amati.
A tutti questi giochi si può partecipare insieme o contro gli altri, ovvero: dalla stessa console (modalità multiplayer) oppure online.
Abbiamo raccolto assieme ulteriori informazioni e contenuti sul tema del gaming.
Il Dott. Fred Mast, professore ordinario presso l'Istituto di psicologia, Università di Berna.
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Michael In Albon è l'incaricato della tutela dei giovani nell'utilizzo dei media in Swisscom. È a vostra completa disposizione per tutte le domande sui bambini e i media.
Michael In Albon
Incaricato Tutela dei giovani nell'utilizzo dei media,
Responsabile Scuole in Internet (SII)