Compliance nel sistema bancario

«Ad oggi RegTech può essere già implementato»


Con RegTech il lavoro di compliance può essere automatizzato per i fornitori di servizi finanziari. In questo caso Swisscom opera in qualità di fornitore di servizi All-in-One.


Testo: Hansjörg Honegger, immagini: © Raphael Zubler,




Swisscom offre una fornitura di servizi RegTech. Potrebbe precisare meglio questo concetto?


Dominik Witz: Si tratta di moderne tecnologie in grado di supportare le banche e altri fornitori di servizi finanziari nell’implementazione dei requisiti normativi in modo più efficace e proficuo rispetto al passato.


Che cosa significa concretamente?


Si tratta di Data Analytics, intelligenza artificiale, software in grado di apprendere autonomamente, tecnologie di codifica, Blockchain, applicazioni biometriche.


Forse RegTech è soltanto un nuovo concetto alla moda? Data Analytics ad esempio esiste già da tempo.


Lavorare con RegTech è una sfida avvincente: ricerchiamo soluzioni che devono soddisfare a molteplici esigenze. Con Data Analytics possiamo analizzare le abitudini del cliente, allo scopo di proporre un upselling, ad esempio. Nel contempo, gli stessi dati possono essere impiegati per soddisfare requisiti di compliance. Ad esempio, la banca ha necessità di conoscere a fondo la rete del cliente per combattere il riciclaggio di denaro. A tale scopo, Data Analytics può fornire un contributo determinante.

Dominik Witz

Dopo gli studi giuridici e la scuola universitaria professionale di Scienze bancarie e Finanza HFBF, Dominik Witz lavora per circa nove anni presso UBS, come Compliance Officer e Operational Risk Officer. Nei cinque anni successivi dirige la divisione Riciclaggio e Crimini finanziari della Finma, che lascerà per Swisscom Banking. Dal 1° gennaio 2017 riveste la carica di Head of Compliance & RegTech presso Swisscom Banking.


Dove si situa in questo Swisscom? Sviluppare tutto da soli appare pressoché impossibile.


La nostra strategia è sfruttare, grazie a diverse collaborazioni, ciò che il mercato già offre e di potenziarlo tramite Managed Services. Con i nostri servizi vorremmo fornire al cliente la possibilità di avere tutto a portata di mano.




Una parte dei fornitori di servizi finanziari ha già compiuto considerevoli passi avanti con la digitalizzazione di processi e offerte.


Tuttavia questo sviluppo sembra non avere interessato i processi di compliance.


Da che cosa dipende?


La sviluppo di Fintech deriva in origine dall’interfaccia cliente. Le start-up, promotrici coinvolte in questo sviluppo, avevano soprattutto l’esigenza di migliorare i vantaggi per il cliente. Tutti gli sviluppatori Fintech hanno avuto in prima persona esperienza come utenti di servizi finanziari e sanno come potenziare i vantaggi per il cliente. Tuttavia, con RegTech la tecnologia incontra competenze specifiche riguardo alla regolamentazione. Si tratta di due discipline che per motivi culturali finora non erano quasi mai entrate in relazione tra loro.


«In Svizzera abbiamo una regolamentazione orientata a principi che consentono un’ampia discrezionalità.»




La compliance presenta costi enormi per il fornitore di servizi finanziari, ma nello stesso tempo non costituisce una funzione esclusiva. Per quale motivo non esistono ancora soluzioni standard?


Ritengo che ciò dipenda dai diversi profili di rischio dei singoli istituti. La compliance interessa quei processi che sono strettamente interconnessi all’organizzazione. Sviluppare degli standard all’interno dell’azienda è già notevolmente difficile. Inoltre le banche desiderano sfruttare ulteriormente il loro spazio d’azione: ciò è del tutto comprensibile.


Ma la compliance non ha molto a che vedere con questo...


In Svizzera invece sì. Noi abbiamo una regolamentazione fondata su principi, che consentono una notevole discrezionalità. Che cosa sono una «scadenza utile» o un «rischio elevato»? Deve essere deciso da una persona a seconda del singolo caso.


«Ritengo che le banche locali decideranno di afferrare quest’opportunità in tempo e opteranno per la standardizzazione dei processi di compliance in tutto il settore.»


Questo spazio di interpretazione più ampio rappresenterà forse in futuro uno svantaggio per il sistema bancario svizzero, rispetto alla concorrenza?


In una prospettiva storica, concedere tali libertà alle banche è considerato un modello di successo. Tuttavia la regolamentazione normativa vigente negli altri Paesi agevola l’automazione dei processi di compliance, in quanto all’estero è più facile realizzare risparmi sui costi. Ma sono del parere che le banche locali non si lasceranno sfuggire questa opportunità e opteranno per una standardizzazione dei processi di compliance in tutto il settore, anche solo per motivi economici.


Ad oggi, in cosa consiste per lei il più grande potenziale per ottenere massima efficienza e, in definitiva, ridurre i costi in ambito RegTech? Dove sono da ricercare i risultati più a portata di mano?


In ambito crossborder. Tutte le informazioni su ciò che è ammesso o meno nella fornitura di servizi transfrontalieri, sono sostanzialmente disponibili. Ma sono contenute in grossi libri o cartelle che per ogni singolo caso devono essere interamente vagliati. La digitalizzazione di queste informazioni e regole fa risparmiare alle banche un tempo considerevole nell’attività quotidiana. Tuttavia, sarà possibile più avanti riconoscere automaticamente nuove regolamentazioni e assegnarle ai corrispondenti processi e sistemi.




«Il lavoro degli impiegati bancari – anche riguardo alla compliance – subirà dei mutamenti.»


Esaminiamo il concetto di automazione: Ci sono posti di lavoro in pericolo a causa di RegTech?


Non penso. Tuttavia il lavoro degli impiegati bancari – anche per quanto riguarda la compliance – subirà dei mutamenti. In futuro i consulenti alla clientela si occuperanno sempre meno di accertamenti normativi e potranno invece dedicarsi maggiormente alla consulenza. Gli accertamenti normativi saranno sempre più presi in carico dalla tecnologia. In ultima analisi, il lavoro diventerà più interessante. Lo stesso si dica per i Compliance Officer, che in futuro dovranno raccogliere meno informazioni e potranno concentrarsi direttamente sulla loro interpretazione. Dovranno però confrontarsi maggiormente con le nuove tecnologie. Non saremo gli unici a farlo, in ultima analisi si tratta di un fenomeno attuale.






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