Il peggio doveva ancora venire: le tecnologie erano disponibili, ma per due anni sono mancate le disposizioni su come gestire le funzionalità migliorate e il nuovo hardware (come le antenne adattive). L’amministrazione annaspava. Alcuni hanno visto in questa assenza di regolamentazione una conferma della necessità di bloccare il passaggio al 5G.
Il risultato: tra la popolazione si è diffusa l’insicurezza. Quando le regole mancano o sono poco chiare, infatti, si moltiplicano le supposizioni più fantasiose: il 5G farebbe male alla salute e la sua introduzione starebbe avvenendo sottobanco. Al posto della fiducia si installa un senso di impotenza.
Una volta che iniziano a diffondersi, le affermazioni di questo tipo sono difficili da confutare. In determinati contesti sono vissute come verità assodate e dogmi di fede. Nella lotta tra fatti e sospetti, i fatti rischiano di soccombere. Ancora oggi, le dichiarazioni di voto nelle assemblee pubbliche contengono spesso affermazioni prive di fondamento.