Discussione sulle comunicazioni mobili e l'ambiente

Il dibattito sulle reti mobili sta perdendo la bussola: 5 capitoli per fare il punto sul 5G

Bilancio del dibattito sulle reti di telefonia mobile negli ultimi anni: tra passi in avanti e battute d’arresto, il difficile cammino per uscire dal vicolo cieco.

Hand auf Herdplatte

Sono passati più di un decennio ormai da quando sul mercato è arrivato un piccolo apparecchio che ha cambiato il mondo: l’iPhone! Non aveva i tasti, ma si è imparato subito ad usalo. E tutti lo volevano. Senza la telefonia mobile, a quei tempi giunta alla terza generazione (3G), niente di tutto questo sarebbe successo. È solo grazie all’Internet mobile, infatti, che l’iPhone e gli smartphone hanno potuto dimostrare tutto il loro potenziale.

Parallelamente al loro successo, è cresciuta anche la fame di dati trasmessi nell’etere. Nel 2012, la quarta generazione della rete di telefonia mobile (4G) ha rappresentato un enorme salto in avanti in termini di larghezza di banda disponibile e ha reso possibile il consumo di streaming e social media a cui siamo abituati oggi. L’introduzione del 4G è avvenuta in modo molto sereno: gli utenti hanno iniziato a utilizzare i dispositivi sulla nuova rete e nel tempo il suo uso si è consolidato al punto che un’intera generazione non ha mai vissuto direttamente la comunicazione «com’era prima».

1. Capitolo: orgoglio per alcuni, problema per altri

Nel 2019 è stata la volta del 5G. Un’evoluzione della quarta generazione che da molti punti di vista consiste in un aggiornamento dei software e un ulteriore sviluppo dell’hardware. I gestori di rete pensavano che la sua introduzione sarebbe avvenuta come per il 4G. E che in Svizzera l’avremmo vissuta con orgoglio: i primi apparecchi, le prime reti – un primato mondiale. Sbagliato! La rabbia è esplosa un po’ ovunque. Le persone sono scese in piazza e hanno iniziato a fare pressione sulla politica. Nessuno poteva immaginare che le reazioni sarebbero state così intense. Non rispondevano a nulla di razionale: i fatti dimostravano – e continuano a dimostrare – l’utilità del passaggio al 5G.

Il settore delle telecomunicazioni è in parte responsabile di quanto è accaduto. Ha scelto una comunicazione incentrata su visioni di futuro e queste, anziché entusiasmare le persone, le hanno intimorite. Ha parlato di tecnologia anziché mettere l’accento sull’utilità dei nuovi servizi o sulla riduzione delle emissioni possibili grazie alle nuove antenne. Indipendentemente dalle responsabilità, il danno era fatto.

2. Capitolo: quando mancano le regole, nasce l’insicurezza

Il peggio doveva ancora venire: le tecnologie erano disponibili, ma per due anni sono mancate le disposizioni su come gestire le funzionalità migliorate e il nuovo hardware (come le antenne adattive). L’amministrazione annaspava. Alcuni hanno visto in questa assenza di regolamentazione una conferma della necessità di bloccare il passaggio al 5G.

Il risultato: tra la popolazione si è diffusa l’insicurezza. Quando le regole mancano o sono poco chiare, infatti, si moltiplicano le supposizioni più fantasiose: il 5G farebbe male alla salute e la sua introduzione starebbe avvenendo sottobanco. Al posto della fiducia si installa un senso di impotenza.

Una volta che iniziano a diffondersi, le affermazioni di questo tipo sono difficili da confutare. In determinati contesti sono vissute come verità assodate e dogmi di fede. Nella lotta tra fatti e sospetti, i fatti rischiano di soccombere. Ancora oggi, le dichiarazioni di voto nelle assemblee pubbliche contengono spesso affermazioni prive di fondamento.

3. Capitolo: la soluzione tanto attesa

Il passo in avanti risolutivo doveva arrivare all'inizio del 2021: disposizioni chiare attese sin dalla ripartizione delle frequenze nel 2019. La tanto agognata chiarezza, però, non è arrivata. Si è giunti a due perizie legali: una su richiesta della Conferenza dei direttori cantonali delle pubbliche costruzioni e una commissionata dagli operatori di telefonia mobile. Le conclusioni divergenti a cui sono giunte le perizie hanno indotto quasi tutti i cantoni a sospendere i processi semplificati per la manutenzione della rete. Le domande di costruzione inevase si accumulano sempre più. Secondo le associazioni di settore, in giugno del 2022 erano oltre 3100.

Nel frattempo, la Confederazione ha cercato di sbloccare la situazione fornendo delle indicazioni. In parte sono state recepite a livello di ordinanza a fine 2022 – perché una cosa è chiara: le definizioni elaborate vent’anni fa non possono tenere il passo con la rapida evoluzione della radiocomunicazione mobile.

4. Capitolo: la luce in fondo al tunnel

Come da tradizione federale, le parti coinvolte hanno cercato un compromesso. La Conferenza dei direttori delle pubbliche costruzioni (DCPA) ha fatto pervenire ai cantoni due suggerimenti sulle procedure semplificate. Uno riguarda la manutenzione della rete (mantenimento della qualità), mentre l’altro semplifica l’aggiornamento delle reti. A livello cantonale, però, l’applicazione dei due suggerimenti è in sospeso. Tuttavia, è evidente che a lungo termine il mero mantenimento dell’esistente non è praticabile.

Mentre i gestori delle reti e la politica cercano un modo per uscire dall’impasse in cui si trovano, la popolazione continua ad usare la rete mobile, a piene mani. Attualmente, oltre un terzo dei dispositivi sono compatibili con la più recente generazione della telefonia mobile e circa 8 milioni di schede SIM permetterebbero l’uso della rete 5G.

5. Capitolo: la posta in gioco

Il dibattito sul futuro delle reti di telefonia mobile si è avvitato su se stesso e si perde da anni in questioni di dettaglio. Abbiamo smarrito la visione d’insieme. A livello nazionale, abbiamo già perso molto tempo. La difficoltà sta nel fatto che anche se dall’oggi al domani venisse autorizzato tutto quanto richiesto dai gestori di rete, per mettere insieme le necessarie squadre di specialisti e reperire materiali e mezzi sarebbe comunque necessario del tempo. Per il momento, i sistemi reggono. Ma le riserve di capacità sulle reti sono sempre più risicate. Le conseguenze dei ritardi accumulati si faranno presto sentire. Ma come si fa a spiegare a qualcuno che sta davanti a uno scaffale pieno di merce che presto arriveranno tempi di penuria?

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