Intervista con la responsabile Realizzazione Swisscom Outpost Cina

«È arrivato il momento di imparare dalla Cina.»

Swisscom prosegue la sua caccia alle tecnologie del futuro e nel 2018 ha aperto un outpost in Cina. Perché? Perché già oggi quattro delle dieci start-up con il valore più alto al mondo sono cinesi.

Sascha Bianchi, 22 settembre 2017, aggiornamento del 7 giugno 2018

Da villaggio di pescatori a mecca della tecnologia: negli ultimi anni Shenzhen ha vissuto un cambiamento radicale. E oggi la città dirimpettaia di Hong Kong produce un miliardo di cellulari – all’anno. Per questo è anche chiamata la capitale mondiale del cellulare.

Ma il boom dell’high-tech cinese è ormai arrivato ben oltre le megalopoli. Hangzhou sarà la prima città senza contanti del paese. Yinchuan è un’apripista del concetto di smart city. E ogni giorno in Cina vengono fondate 12 000 start-up. Chi vuole conoscere le tendenze del momento, quindi, non può che essere presente anche qui.

Esercizi di tai-chi nell’alba di Shanghai. l’ora del Tai Chi. E dello Swisscom Outpost, che nel 2018 ha aperto qui i battenti. Foto: Keystone

Nel 2018 Swisscom ha aperto un outpost a Shanghai. Da più di un anno, Yanqing Wyrsch fa la spola tra la Svizzera e la Cina per seguire i preparativi in prima persona. Visita le start-up, cura i contatti con le autorità locali e accompagna i visitatori svizzeri nei loro viaggi d’affari in Cina. È diventata così una sorta di mediatrice culturale e traduce anche i messaggi tra le righe così frequenti nel linguaggio cinese.

Yanqing, perché Swisscom ha aperto un outpost a Shanghai?

Con 1,3 miliardi di consumatori è ovvio che la Cina sia il posto perfetto per tenersi al passo con i tempi e mettere alla prova le nuove idee. Qui possiamo imparare molto, dagli effetti della digitalizzazione sui consumatori al modo in cui cambiano le loro abitudini. E naturalmente speriamo di trovare anche tanti spunti interessanti per sviluppare servizi innovativi da proporre ai nostri clienti.

Swisscom persegue anche altri fini?

Vogliamo avviare partenariati strategici. E per noi è importante anche la ricerca di talenti: ogni anno in Cina ci sono otto milioni di nuovi laureati. Oltre a questo organizziamo visite e workshop in Cina per far conoscere meglio le innovazioni a collaboratori e management Swisscom.

La Cina ha la reputazione di copiare le innovazioni dall’Occidente. È ancora così?

Dieci anni fa non sarebbe stata un’affermazione troppo lontana dal vero. Oggi, però, le cose sono molto diverse. È per questo che nei media occidentali si sente dire sempre più spesso: «It’s time to copy China». Ed è vero. Da tutti i continenti arrivano in Cina persone che vogliono lasciarsi ispirare dalle innovazioni del Sol Levante.

Yanqing Wyrsch visita la start-up Mega Vision di Pechino, che ha sviluppato una piattaforma cloud specializzata nel riconoscimento facciale.

Quali sono i settori più innovativi?

A dire il vero tutti. Dalla sanità alla finanza passando per l’industria dell’intrattenimento. Internet rappresenta un palcoscenico importante. Un cybernauta su quattro è cinese. Il 90 percento della popolazione ha un cellulare. Avere un modello di business basato su internet significa poterlo rendere accessibile a un gruppo target enorme in un batter d’occhio. 

Chi ha dato il via a questa rivoluzione?

Sicuramente il precursore è Alibaba. Oggi questo sito di e-commerce movimenta più merci di Amazon e eBay messe assieme. Anche WeChat, l’app del gigante IT Tencent, è molto innovativa. Gli utenti possono usarla per fare shopping e trasferire denaro online oppure acquistare biglietti per l’aereo, il treno e il cinema. Ma anche sull’hardware i cinesi non hanno più niente da invidiarci. Basta citare due esempi come Lenovo e Huawei.

Il governo cinese esercita un controllo abbastanza rigido sulle attività produttive. È un ostacolo per gli imprenditori e le loro società?

Sì e no. Visto il numero gigantesco di imprese è impossibile tenere tutto sotto controllo. È vero che lo stato esercita una forte influenza sull’economia con un piano di sviluppo nazionale, politiche normative e i controlli centralizzati sui grandi progetti infrastrutturali. Allo stesso tempo, però, sta lasciando le mani relativamente libere alle aziende per sviluppare e realizzare le loro idee. Non devono preoccuparsi troppo di un eccesso di regolamentazione. E poi anche lo stato investe miliardi nelle start-up creando ecosistemi tecnologici.

Jack Ma, Chairman di Alibaba, apre la festa per il 18º compleanno del gigante dell’e-commerce davanti a 40 000 collaboratori nello Yellow Dragon Sports Center di Hangzhou. Foto: Keystone

E come sono le condizioni di lavoro nel settore IT?

Chi lavora nell’IT continua a restare in ufficio molto più a lungo di tutti gli altri, ma la situazione sta migliorando. Sempre più società americane ed europee fanno pressione sui loro fornitori cinesi affinché rispettino la legislazione sul lavoro. E anche la gente fa sentire la propria voce sui social media. Il governo stesso ha approvato una lunga serie di nuove leggi sul lavoro che puntano a migliorare le protezioni per i lavoratori e ridurre gli abusi. Nel suo ruolo di regolatore, però, potrebbe fare ancora di più ed eseguire più controlli.

Quali sono le differenze tra la quotidianità digitale in Cina e in Svizzera?

In Cina pago quasi tutto con lo smartphone. Secondo la Banca centrale, ogni anno viene stampato il 15% di contante in meno. Forse tra qualche anno i cinesi non sapranno nemmeno più come è fatto il renminbi.

Smile-to-pay: nel ristorante KFC KPRO di Hangzhou una cliente paga senza contanti grazie al riconoscimento facciale. Foto: Keystone

E che cosa ti piace della vita a Shanghai?

Shanghai è molto cosmopolita. Incontro persone di tutte le nazionalità e tutte le professioni, adoro parlare con loro e imparare da loro. L’altra faccia della medaglia è che, naturalmente, mi mancano la famiglia e gli amici, le montagne e l’aria fresca.

In Cina le mascherine protettive sono la norma.

Sì, e anche i purificatori d’aria sono molto popolari. Persino in inverno ci sono tante persone che vanno in giro con la mascherina. A Pechino consulto ogni giorno le «previsioni dello smog». Gli svizzeri hanno sullo smartphone un’app meteo, i cinesi un’app smog.

Nel 1998 Swisscom ha aperto il suo primo outpost a Menlo Park, nella Silicon Valley, con l’intento originario di seguire da vicino il boom di internet. Oggi dieci collaboratori vanno a caccia di tecnologie, idee di business e metodi di innovazione nuovi. L’e-commerce, invece, è la ragione di esistere del secondo outpost, quello di Berlino. Nel 2018 Swisscom ha aperto il suo terzo outpost a Shanghai.